Il morso del cane è un episodio che ha dell’incredibile. Avevamo un cane lupo che viveva in giardino ed aveva identificato in me il suo padrone riversando il suo amore ed amandomi più di se stesso. Ricordo che quando andavo in campagna a bruciare l’erba secca si metteva tra il fuoco e me , cercando di impedirmi di avvicinarmi al fuoco per paura che mi facessi male. Avevamo anche un gatto coraggiosissimo, il quale, privilegiato, aveva il consenso di entrare in casa preferendo le finestre aperte, in quanto meno pericolose per lui, dato che il cane, gelosissimo, cercava sempre di impedirgli di entrare. Era geloso alla follia. Se stava fuori con lui lo tollerava, ma se capiva che voleva entrare in casa se lo sarebbe mangiato. Un bel giorno ricordo che ero alla finestra che parlavo al cane, quando vidi arrivare Mario, così si chiamava il gatto, con l’intenzione di entrare in casa dato che si fermò a circa due metri dalla finestra guardando fisso verso di me. Ovviamente teneva sotto controllo anche il cane per poter spiccare il salto propizio che gli avrebbe consentito di poter entrare in casa. Senza che me ne rendessi conto spiccò il salto e me lo ritrovai in braccio senza accorgermene suscitando nel cane maggior rabbia. Infatti il cane preso dalla gelosia salto anch’esso e provò a mordere il gatto che tenevo in braccio, ma in realtà strinse le sue mandibole intorno al mio polso creandomi un buco delle dimensioni esatte del suo canino superiore. Un buco nel bel mezzo del polso profondo quanto il suo canino. Se avessi avuto del gesso sciolto avrei potuto benissimo fargli l’impronta per quanto era visibile. lo ricordo ancora oggi. Era profondo almeno un centimetro e mezzo , la pelle si era piegata tutto intorno ad esso formando come una sagoma di plastica dalla forma perfetta di un canino. Non usciva sangue , non tagliò tendini, nervi, vasi sanguigni, arterie, muscolo, capillari o altro che si possa trovare in un polso. Niente di niente. vedevo solo il buco perfettamente uguale al canino che poco prima gli aveva dato la forma. Stentavo a credere che non avesse fatto danni e continuando a fissarlo poco alla volta il muscolo riprese la sua posizione sollevandosi piano piano dal fondo del buco per tornare al suo stato originale. Ancora oggi ci penso e più ci penso più mi convinco che anche quella volta sono stato miracolato. Avrebbe potuto tranciarmi l’arteria, rompermi nervi, tendini, ossa , in quel punto ci sono anche moltissimi nervi . Insomma Il mio Angelo ha fatto si che tutto questo non accadesse , io ne sono sicuro.